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Dalle pagine del Corriere dello Sport ha parlato il Presidente della Lazio Claudio Lotito. Il numero uno biancoceleste si divide ormai tra politica e calcio e non nega di avere avuto delle difficoltà.

STILE DI VITA

"Da agosto ad oggi solo due giorni di ferie, l'altro anno ero a Cortina, m'han chiamato che avevo la campana elettorale in Molise, manco sapevo dove fosse, ci sono rimasto un mese e mezzo. Non vivo più, dormo tre ore e mezza per notte, in diciannove anni ho preso 25 chili".

TEMPO PER LA LAZIO

"Poco rispetto a prima, però io sono uomo di risposte, ho la capacità di fornire soluzioni concrete rapide efficaci. Parlo con l'allenatore...".

ADDIO DI TARE

"Mica l'ho mollato, è andato via lui e mi è dispiaciuto sul piano personale e umano. Diciotto anni insieme, un grande amico e un uomo d'azienda. Un giorno mi ha telefonato e mi ha detto che voleva andare e che era riconoscente per tutto quello che gli avevo dato".

RAPPORTI TARE - SARRI

"Le incomprensioni c'erano state tra Sarri e Igli, integralista il primo rigido il secondo. Sono dovuto intervenire tre volte. La prima ho menato la squadra, poi quando Sarri stava scricchiolando ho chiarito alcune cose infine ho detto ad Igli di usare la vasellina".

ARRIVO ALLA LAZIO

"Me la fece prendere Berlusconi. Lo conoscevo da trentacinque anni. Stava salendo su un aereo mi telefonò e disse "Claudio, mi hanno detto che sei l'unico che può mettere a posto questa drammatica situazione, danni una mano... Era il 19 luglio 2004, la Lazio fatturava 84 milioni l'anno e ne costava 86,5, aveva 550 miliardi di debiti ovviamente non miei. Misi 150 miliardi di lire e mi caricai 1070 miliardi di debiti.

LA LAZIO E SARRI

"Ho le idee chiare, a Sarri ho chiesto di indicarmi non dei nomi, ma delle posizioni da coprire, le sue esigenze tecnico tattiche. I giocatori li scelgo io. A Formello c'è un settore che si occupa dello scouting con 8 postazioni dedicate. Castellanos è arrivato l'ho pagato un botto. Ora Maurizio mi chiede un vertice basso, un difensore non necessariamente terzino sinistro, un esterno e una mezzala. I nomi li ho tutti in testa".

MILINKOVIC

"Gli avevo offerto un rinnovo ad una cifra blu. È arrivato il suo procuratore e m'ha detto che l'Arabia garantiva 20 milioni l'anno, 18 netti già tassati. Il giocatore m'ha confermato che cercava qualcosa di nuovo. Quando mi ha spiegato che c'erano 15 milioni per la Lazio ho risposto 15 o zero per me era lo stesso e che gli avrei fatto fare tanti giri di campo a Formello. Quindici sono diventati venti, poi trenta, infine quaranta. Al calcio italiano non mancano i giocatori ma i presidenti. Manca la competenza al vertice".

GRAVINA

"Ho rapporti giornali. I dirigenti si misurano con i risultati".

DIRITTI TV

"Non sappiamo vendere il prodotto. Aurelio dice che è tutta una merda. Abbiamo enormi potenzialità invece. Dovremmo preoccuparci delle infrastrutture prima che dei diritti tv.

STADIO DELLA LAZIO

"Stavo per costruirne uno nei miei terreni, ma Veltroni bocciò il progetto".

IMMOBILE IN ARABIA

"Non mi ha detto nulla nessuno".

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