Verona-Lazio, Casale: "Discontinuità? C'è qualcosa che non va. Dobbiamo fare il salto se vogliamo..."
Intervistato da Lazio Style Channel dopo Verona-Lazio, Nicolò Casale ha parlato del match e del rientro al Bentegodi.
LA GARA
«Siamo a parlare delle solite cose. È successo spesso, abbiamo perso tanti punti da situazioni di vantaggio. Non riesco a capire cosa accada a livello mentale nei secondi tempi, rientriamo pensando che la partita sia facile. Con queste squadre bisogna chiuderla, giocando fuori casa, col pubblico che spinge, diventa ancora più difficile. Se mi aspettavo una partita così? Avendo giocato con loro lo scorso anno e seguendo il Verona, che è la squadra in cui sono cresciuto, sapevo che oggi sarebbe stata una partita così. Gran parte della gara abbiamo fatto bene, trovato spazio, c’è mancato qualcosa negli ultimi metri per concretizzare. L’unica volta che abbiamo fatto bene, abbiamo trovato il gol. Se vogliamo stare nei piani alti della classifica, bisogna fare questo salto qui al più presto".
RITORNO AL BENTEGODI
Rientro al Bentegodi? Emozionante, sono nato e cresciuto qui. Era la mia prima volta da avversario al Bengodi, con tanti amici che mi guardavano. Da professionista ho dato tutto per vincere la partita, credo di averlo dimostrato negli ultimi minuti quando sono andato avanti, volevo vincere a tutti i costi. Atalanta? Sarà importante, ma come lo era stasera. Negli scontri diretti abbiamo dimostrato di tirare fuori qualcosa in più, cosa che oggi non è accaduta".
STEP
"Dobbiamo fare questo step anche con squadre sulla carta inferiori. Abbiamo perso troppi punti. Saremmo primi in classifica se le partite finissero al 45’. C’è qualcosa che non va, dobbiamo riuscire a portare il risultato fino al 90’. Bisogna tirar fuori qualcosa in più, qualcosa deve scattare nella testa di ognuno. Parlare non serve più. Questo è il mio pensiero. Ognuno deve andare a casa e pensare a questo: cosa posso fare per cambiare questa situazione. Discontinuità di tutte le squadre? Sì, soprattutto quelle che giocano ogni 3-4 giorni con tanti impegni ravvicinati. Purtroppo dobbiamo adeguarci, il calcio è così. A parte che io non credo in queste cose, c’è tempo per riposare, più difficile tirare fuori l’energia mentale in alcuni casi».