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Arrivano dal canale ufficiale della Lazio le parole di Luca Pellegrini che ha presentato la sfida di domani contro il Cagliari.

L'entusiasmo è un amico, dobbiamo essere equilibrato affinché non diventi leggerezza o presunzione. Le prestazioni fino a ora sono frutto dell'impegno e della dedizione che ci stiamo mettendo. L'entusiasmo deve continuare a essere un amico. 

Il merito di Baroni? 

Il mister ha tanti meriti, è una persona equilibrato che non ha sbagliato un discorso nelle riunioni prepartita, si vede che abbiamo giocato per tanto tempo. Una persona empatica che capisce bene i momenti, il fatto di tenere alta la soglia dell'attenzione di tutti è importante, al di là che si giochi titolari o no. Le prestazioni sono sempre convincenti e positive. Non so se sia la mia migliore versione, si può migliorare e continuerò a farlo, questi percorsi non portano mai a una fine, non si può mai staccare, quando si è arrivati è il momento in cui si lavora di più. Sono soddisfatto, sto trovando più spazio rispetto agli anni scorsi. Avendo Nuno davanti, che sta facendo un campionato pazzesco, confesso che non ho mai visto una roba del genere, è difficile pensare di poter giocare tante partite, ma sicuramente sto giocando più ora che nell'anno e mezzo prima. Dobbiamo essere bravi in ottica di gruppo a rubare le qualità di ognuno, perché ne abbiamo tante. Ci sono anche dei difetti, ma dobbiamo prendere le parti positive. Sono contento del fatto che sia un gruppo affiatato, al di là dei risultati che aiutano, ci stimoliamo a vicenda.

L'arrivo di Nuno Tavares 

Sapevo che Nuno fosse un giocatore forte, le qualità dei giocatori si vedono, forse neanche lui si aspettava di fare 8 assist, è il miglior terzino sinistro in Serie A e mi tengo basso, in Europa dubito abbia rivali in questo momento, può migliorare anche lui come tutti, anche Messi e Ronaldo avevano difetti.

Il ricordo dell'esperienza di Cagliari

Di Cagliari ho un ricordo fantastico, la prima esperienza da grande, lontano da casa, sono arrivato in un momento non positivo eravamo terzultimo ma ci riuscimmo a salvare, il secondo anno a novembre eravamo quarti in campionato, ma più che le prestazioni ricordo la gente. Il calcio finisce, credo che restino i rapporti con le persone e le emozioni che ti dà, Cagliari è la mia seconda casa. Il gol di Caicedo? Da quel momento siamo andati a picco (ride,ndr) la nostra stagione la avevamo fatta.

Il mio riferimento nel ruolo? 

Non ho un riferimento, ho l'idea di dove voglio arrivare, il cambiare come giocare è secondario al cambiare come persone. In passato mi innervosivo per alcuni discorsi, pensavo non venissi capito che in parte poteva esser vero, ma quando ho iniziato a guardare dentro sono cambiato e sta cambiando tutto quanto. Ho un'idea di persona che voglio diventare. Lezione di Lazio ai nuovi? Ci sono persone che lo insegnano meglio, quando entri allo stadio e vivi quello che abbiamo vissuto da inizio anno c'è poco da insegnare. Forse più avanti ci sarà tempo per dei corsi di recupero. Idolo del 2000? Ci sono giocatori come Sinisa o altri giganti del mondo del calcio che alla Lazio hanno aggiunto un pezzo importante di storia. Da piccolo Salas per me era l'idolo, ho ancora la maglietta. Ho tanti cori della testa: 'Dammi tre parole Nesta, Crespo e Fiore'. Magari qualcosa mi vado a rivedere, toccando le corde del passato vengono fuori altri ricordi.

 


 

 

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