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Ad un giorno dalla scomparsa di Adamo Dionisi è intervenuto ai microfoni di RadioSei l'attore Mirko Frezza che ha spiegato il rapporto fraterno che avevano e la passione per la Lazio. 

La prima volta l’ho visto al mare quando avevo 20 anni. Era un fratello maggiore ma a volte anche minore visto che aveva scatti non male. 

La violenza sulla moglie? 

Non era sposato, qualcuno ha scritto di violenza ma lui è stato assolto e ha sempre rispettato le donne.

Perchè il soprannome del Marchese?

Adamo a differenza da me già prima del carcere aveva sempre studiato, lo chiamavano ‘Il Marchese’. Aveva una preparazione culturale, era un grande scrittore. Cose molto personali, le prime poesie le ha scritte a 9 anni. Riusciva a descrivere anche giornate terribile facendole diventare belle.

Rapporto con la mia famiglia

Tutti discutevamo con Adamo, ma lui è cresciuto con i miei figli. Tutto è nato da un’ischemia al cervello, poi in ospedale hanno visto che la situazione era gravissima. Era poliglotta, con due giorni in Spagna imparavo lo spagnolo. Io sono un po’ pigro, lui insisteva affinché io studiassi le lingue straniere ritenendole importanti per un attore.

La Lazio

La sua fede laziale era indiscussa. Lui ha avuto altri compagni di viaggio in questa avventura. L’ha sempre sostenuto, ha amato veramente lo sport e quando la Curva non rispecchiava certi valori ha deciso di lasciare.

Gli errori nel passato? 

Ne parlavamo spesso, ci siamo sentiti di far parte di qualcosa di cui non andiamo orgogliosi ma che adesso ci aiuta a parlare con i ragazzi per non ripetere certi errori. Adamo era “la ricerca del perché”, con i ragazzi che avrebbero potuto fare gli stessi sbagli non puntava il dito ma cercava il confronto per aiutarli a crescere.

Adamo Dionisi
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