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Alle frequenze di RadioSei è intervenuto l'ex Campione del Mondo del 1982 Marco Tardelli che ha parlato della situazione in casa Lazio. Il noto commentatore ha cominciato con il ricordare la Lazio del primo Scudetto del 1974.

Della Lazio del primo Scudetto mi resta un ricordo di calcio molto bello, di una squadra molto unita in campo e meno fuori mi sembra di aver capito che c’erano diverse fazioni. Poi il pensiero va a Vincenzo D’Amico. Per me è stato uno dei più grossi giocatori italiani, fantastico, intelligente, magari un po’ svogliato, ma davvero fortissimo. Ricordo Chinaglia, Maestrelli ed un calcio che purtroppo non c’è più. Il calcio è cambiato, ora è un grande business e basta. Non c’è più quell’empatia, nel cuore lasciamo poco. A proposito di quei personaggi, ricordo che quando andai via della Juventus feci una chiacchiera con Felice Pulici e Chinaglia che aveva da poco preso la Lazio. Cercai di capire se ci fosse la possibilità di andare alla Lazio, poi andò diversamente. Andai all’Inter, ma c’è stata quella possibilità.

La Serie A

Questo campionato ha avuto delle squadre che hanno deluso come il Napoli ed altre che hanno fatto bene come l’Inter. E’ stato un campionato rovinato dal Napoli che non è esistito o da Juventus e Milan che non hanno fatto il massimo. Non è stata una stagione incredibile, diciamo che adesso la vera lotta è per i posti in Europa.

La nuova Lazio di Tudor

Tudor è un ottimo allenatore, sta facendo giocare molto bene, non è facile arrivare in corsa. Sarà decisivo capire che intenzioni avrà la società in estate, sono curioso di capire se la società gli darà una grossa mano. Dipende da che tipo di squadra vuole fare, se una squadra vincente o una squadra che possa galleggiare.

Euro 2024

Penso che l’Italia all’Europeo possa far bene, dipende anche come arriveranno all’appuntamento alcuni singoli. Penso a come, per esempio, arriverà all’Europeo Scamacca che è quello che può garantire dei gol. E’ stato molto sollecitato da Spalletti. Diciamo che gli auguro di fare quello che ha fatto Paolo Rossi nel 1982.

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