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Sono passati 17 lunghi anni dal quel maledetto 11 novembre 2007 quando nella stazione di servizio di Badia al Pino lungo l'autostrada A1 un giovane tifoso della Lazio, Gabriele Sandri, venne assassinato da un agente di polizia. Un morte assurda per un ragazzo che voleva seguire la sua squadra del cuore in trasferta e che trovò la morte in maniera assurda ed inaccettabile per colpa di un uomo che per la divisa che indossava rappresentava lo Stato e che invece agì in maniera sconsiderata. 

targa in ricordo di gabriele sandri a Badia al Pino

Il dolore composto della famiglia

In tutti questi anni contornati da udienze in Tribunale e ricostruzioni più o meno attendibili la famiglia Sandri non ha mai perso la compostezza. Un dolore vissuto in privato tra le mura di una casa che da quel giorno non ha avuto più la stessa luce. Mai una parola fuori posto o gesti plateali hanno contraddistinto tutta la famiglia a cominciare dal papà Giorgio del quale vi riproponiamo una testimonianza esclusiva.

I laziali non dimenticano

La tifoseria biancoceleste ed in particolare la Curva Nord, come accade per Vincenzo Paparelli, omaggiano ad ogni gara la memoria di Gabriele Sandri. Il suo volto sorridente, infatti, campeggia fiero su una bandiera sventolata in Curva Nord. Sono passati 17 anni e ne passeranno tanti e tanti altri, ma i laziali non dimenticheranno mai Gabriele Sandri che ha perso la vita mentre andava a difendere i colori della Prima Squadra della Capitale.   

coreografia della lazio dedicata a Gabriele Sandri
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