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EDITORIALE - La Lazio vincente contro lo Spezia ci ha lasciato di nuovo una sensazione di grandissima solidità confermando se ce ne fosse bisogno quanto raccolto nell'ultimo periodo. Dall'ultima sconfitta contro l'Atalanta in casa ne è passata di acqua sotto i ponti e la squadra di Sarri è cresciuta a dismisura. Era il 12 febbraio e la Lazio in quel momento era sesta in classifica con 39 punti. Da quel momento 22 punti sui 24 a disposizione sono stati la cartina di tornasole di un gruppo che ha cambiato pelle nelle prestazioni. I difetti atavici che la vedevano spesso avere cali di tensione tanto repentini quanto inspiegabili sono scomparsi per far spazio ai pregi. In primis è palese come la squadra abbia acquisito una maturità nel gestire le partite ed i vari momenti della gara. "L'aspetto in cui siamo cresciuti di più è nel saper soffrire" ha detto Sarri e questo fa tutta la differenza del mondo. Una squadra che mai aveva dato la sensazione di essere cinica tutto d'un tratto è sbocciata come un fiore a Primavera. Ora non si può più nascondere e quando mancano 8 gare al termine la volata per la Champions League è iniziata. Il vantaggio c'è, ma non è sufficente per cominciare a tirare i remi in barca. Bisogna scalare ancora tante salite e superare tante difficoltà. Bisogna continuare così sfruttando anche l'inerzia positiva che stanno regalando i tifosi biancocelesti che passo dopo passo stanno sostenendo questa squadra con impagabile passione. La Champions League è li e deve ma non arriverà per inerzia, ma bisogna andare a prenderla e trasformarla in un passo d'inizio di un lungo viaggio e non il punto di arrivo di una stagione qualsiasi.

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