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EDITORIALE 

E' finita anche questa sessione di calciomercato invernale e come quasi sempre è accaduto in casa biancoceleste nulla è cambiato in ordine alla politica societaria. Al netto dell'uscita di Basic con destinazione Salernitana nulla si è mosso nella casella degli acquisti. Per di più come se ciò non bastasse i tifosi biancocelesti hanno dovuto subire l'ennesima beffa sul fotofinish di un giocatore che all'ultimo istante sfuma per i motivi più disparati. Una telenovela a cui abbiamo già assistito negli anni passati, ma a cui facciamo fatica ad abituarci per l'incomprensibile ostinazione di Lotito nel continuare a gestire il mercato sempre in rincorsa e mai in anticipo.

C'è da dire che stavolta la squadra ha una rosa di certo più lunga rispetto anche al recente passato, ma solo sulla carta. Lo scarso rendimento di alcuni calciatori, alcuni dei quali presi dalle beghe contrattuale, non hanno allarmato la società che è rimasta ferma sulle sue convinzioni. Il campo però ci ha detto tutt'altro ed una mano a Sarri sarebbe stata cosa gradita soprattutto alla luce dell'inaspettata mancanza di problemi legati all'indice di liquidità. Ci saremmo aspettati almeno l'arrivo di un calciatore già pronto, magari in prestito e voglioso di venire a Roma per guadagnarsi la conferma nella prossima stagione. Di certo questo calciatore non doveva avere il nome di Ryan Kent che sarebbe stato solo l'erede dei vari Cabral, Postiga, Saha e via discorrendo. Un giocatore ai margini della sua squadra di appartenenza che a Roma invece che trovare la consacrazione avrebbe dovuto trovare il riscatto. Un rinforzo solo numerico ma di certo non tecnico.  

Sembra ormai certo, infatti, che tra sei mesi andranno fatte valutazioni su molti componenti dell'attuale rosa in particolare nel reparto d'attacco che è poi il vero e proprio tallone d'Achille di questa parte di stagione. Avrebbe determinato un vero e proprio cambiamento epocale in casa biancoceleste il tentare di anticipare un'operazione che sarà necessaria comunque a giugno. L'esterno offensivo invocato da Sarri e dai tifosi ha visto la società dirigere le sue attenzioni tra giovani di belle speranze, ma che di certo nell'immediato difficilmente avrebbero risolto le difficoltà di questa stagione. Non serviva un'alternativa, ma una certezza per puntare al ritorno nell'Europa che conta che sembra essere il primo obiettivo sbandierato da Sarri e condiviso dalla società che finora su questo non ha ancora preso posizione. 

I laziali stanno quindi vivendo un ennesimo dejavù già visto e rivisto in cui la speranza che, come accaduto nelle scorse stagioni, è tutta rivolta nel tecnico. Sarri è chiamato nuovamente a cementare il gruppo ed a dare nuova linfa vitale ad una squadra ed a giocatori che hanno dimostrato di non essere connessi al 100% sul progetto della Lazio. Il Presidente biancoceleste, anche stavolta, ha perso l'occasione per regalare un sogno ed una spinta emotiva alla squadra ed alla gente laziale che vede le altre società che seppur immerse da difficoltà finanziarie trovare sempre il modo di far arrivare nuovi innesti all'occorrenza. 

Sarri sarà chiamato in primis quindi a recuperare i senatori che in questa parte di stagione hanno avuto un rendimento al di sotto delle più negative aspettative. Sarri dovrà poi trovare le corde giuste per riaccendere il fuoco in alcuni calciatori che sembrano di passaggio a Roma nonostante abbiano potenzialità di livello internazionale. Sarri, infine, è chiamato a insegnare nella maniera più celere possibile ai nuovi e giovani arrivati che è finito il momento dell'apprendimento ed è arrivato quello di dimostrare che i soldi spesi in estate e le speranze riposte su di loro sono giustificate. Compito di certo non facile, ma in assenza di una spinta da parte di Lotito non ci resta che appellarci all'uomo che più di tutti ha determinato una nuova corrente di pensiero a Formello. 

Caro comandante pensaci tu…

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