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Mister Sarri è intervenuto in conferenza stampa per parlare della prestazione della Lazio e della quarta sconfitta in 7 partite da inizio campionato. Queste le sue parole.

Le sconfitte le fanno pensare che questo campionato sarà diverso? L'obiettivo è la zona Champions?

"Mi fanno pensare che noi non siamo una grande squadra. Non possiamo considerarci così, non l'eravamo nemmeno l'anno scorso. Quando giochiamo contro queste squadre perdiamo per la cilindrata, Leao ha dato due sgasate e l'ha decisa. Ma oggi abbiamo giocato con più personalità rispetto all'anno scorso. Noi nel primo tempo abbiamo fatto meglio, ci sono state minimo una decina di situazioni in cui siamo entrati negli spazi in superiorità. Non abbiamo mai fatto di meglio che tirare dal limite, con ciofeche che non hanno impensierito Maignan. Da dieci occasioni potenziali non abbiamo tirato fuori nulla. Poi contro il Milan puoi soffire per 10-15 minuti. Non mi è dispiaciuta nemmeno la reazione. Prima del 2-0 un miracolo di Florenzi su Isaksen ci ha levato il pareggio. Il risultato è lo stesso, ma la prova è diversa rispetto a quella qui dell'anno scorso. La Lazio è vittima di un cocktail micidiale, le prime due partite le abbiamo perse contro squadre alla portata, ma in tutti gli anni che ho fatto la Serie A tre trasferte così di fila contro Napoli, Juve e Milan non le ho mai viste fare a nessuno. Tutto ciò ci ha messo in queste condizioni. La classifica non è da guardare ora, dobbiamo tirarci fuori, ma ciò prevede mesi di partite. Non qualche partita".

Quanto è difficile ripetersi? 

"Era facilmente prevedibile che sarebbe stato di una difficoltà estrema. Abbiamo sbagliato contro squadre alla portata. Dopo quella fase siamo saliti di tono, oggi abbiamo perso però giocando una grande fetta alla pari contro una top squadra. La strada sembra quella giusta, però non sarà facile tirarsi fuori dalla situazione brutta di classifica. I giocatori devono pensare che sarà così. In tre partite non si può risalire, va fatto piano piano". 

Ha cambiato sempre il centrocampo: mai lo stesso terzetto nelle ultime 5 partite. Perché?

"Una scelta dettata da un calendario folle, io sono ferocemente incazzato con Uefa, Lega Serie A, Fifa e tutto il resto di questa banda. Nell'ultima giornata di campionato abbiamo avuto tra le 40 e le 50 lesioni muscolari. Non ho sentito un comunicato da parte dell'associazione allenatori a difesa degli iscritti, stanno mandando i ragazzi al macello senza che nessuno intervenga. Il calcio ormai è purtroppo questo. Prendi i soldi e scappa. E ora i soldi li prendono sempre in meno. Negli anni 80-90 chi giocava in C per 10 anni ed era a posto per tutta la vita, ora probabilmente appena smetti devi fare domanda alle poste o a qualche altro istituto. Tutto questo circolo di soldi viene immesso per 30-50 giocatori, ma il sistema è tritato. I cambi sono costretto a farli per questi motivi, se giochi ogni 70 ore è difficile. Noi siamo costretti a farli con situaizoni al limite. Gente arrivata 30 giorni fa. In una situazione normale sarebbe come ad agosto, invece siamo alla settima di campionato. Questo un po' di difficoltà ce le crea e ce l'ha create. Ma la strada sembra che piano piano sia quella giusta. Poi speriamo di fare anche i risultati". 

Chi è la favorita per lo Scudetto? Il Milan meglio dell'anno scorso?

"L’anno scorso il Milan era in difficoltà quando l'abbiamo affrontato, aveva perso diverse partite. Oggi era più energico rispetto a quello lì, è imparagonabile. Se trovi una squadra in difficoltà non si può confrontare con una in un momento ‘normale’. La più forte per me è l’Inter, però la Juve senza le coppe può starle vicino. Può giocare ogni 7 giorni e avere dei benefici enormi. Non è matematico, poi magari senza la Champions non si trovano stimoli. La lotta è tra 4 squadre, il centrocampo dell’Inter però mi sembra il più forte di tutte".

La Lazio dove può arrivare in Europa?

"Non so a cosa si può puntare in Europa. Non siamo di sicuro tra le più forti in Champions, ora possiamo puntare solo a passare il girone e non sarà neanche semplice. Arrivammo primi nel girone col Napoli, dovevamo affrontare una seconda e ci toccò il Real Madrid. La Champions è difficilmente prevedibile, poi più o meno arrivano sempre le stesse in fondo. Nell’eliminazione diretta non si possono fare troppi programmi. Dobbiamo fare bene in campionato, per noi la Champions è un lusso, la vita ce la giochiamo in Serie A". 

Hai avallato il mercato o è il mercato della società?

"Difficile rispondere alla domanda. Io parto da certi nomi, poi si arriva a questo o quello e posso esprimere la mia preferenza. Io parto da A, poi si arriva a X o Y e scelgo tra quelli. Ma io sono partito da A. Quelli che ho indicato io non sono arrivati, quindi vado avanti con quelli a disposizione. Nel 95% dei casi ogni allenatore comunque darà la stessa risposta". 

Castellanos o Immobile, la Lazio fatica con gli attaccanti?

"Oggi abbiamo fatto 14 tiri, più o meno come il Milan. Poi è vero che abbiamo tirato piano dal limite con il Milan. Il numero di tiri vuol dire che la squadra ha prodotto, poi ci sarà la partita dove con 7 tiri dal limite riesci a fare 5 gol. Nel primo tempo c’erano presupposti per opportunità pesanti, però non abbiamo mai combinato nulla. Nella ripresa tra il primo e secondo gol abbiamo avuto la suprema territoriale, ma siamo stati poco pericolosi". 

Da cosa dipende la mancanza di incisività?

"Difficile dirlo, forse è la concomitanza di tanti fattori. Però poi alla fine dei conti stiamo facendo gli stessi risultati dell’anno scorso, non è che ci sia troppa differenza. Dal punto di vista mentale difficile pensare alla mancanza di cattiveria. Non lo so, sinceramente. C’è un dato: nel rapporto percentuale tra le occasioni create e i gol fatti l'anno scorso eravamo primi, quest’anno siamo 18esimi. La differenza è  grossa. Stesse occasioni create, meno gol".

 

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