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Durante la serata per festeggiare i 100 anni della Cadena Ser e i 90 anni di Radio Club Tenerife ha parlato l'attaccante della Lazio Pedro che ha ripercorso alcuni passaggi della sua carriera e del suo percorso con la Lazio.

Futuro 

Vedendo la situazione dal mio punto di vista, essendo verso la fine della carriera, voglio sfruttare al meglio tutte le occasioni della vita sul campo con i compagni perché non so ancora quando verrà il momento. È difficile prendere questa decisione,  ma anche a me toccherà quindi come dicevo è bene approfittare di tutto e poi si vedrà magari tornerò a Tenerife e starò insieme ad amici parenti.

La carriera

Mi dà sempre gioia risentire e rivedere quei momenti. È un piacere per me usare quel nome, in fondo ero per tutti Pedrito anche al paese quando iniziato a giocare con gli amici e mi ha dato tanto gioia debuttare usando questo nome. Penso di avere solo un paio di maglie, una ce l’ha mio padre. È stato speciale debuttare con il Barça il club dei sogni da bambino.

La vittoria del Mondiale

Ero in panchina, c’era tanta tensione perché era la finale. La sfida era stata intensa, con tanti falli e pensavamo di andare ai rigori invece con quella giocata mitica, con il suo modo di incedere seguivamo tutti l’azione con grande partecipazione quando è entrato in area ci siamo alzati tutti, quasi abbiamo alzato la panchina, perché non poteva sbagliare. Al gol siamo andati tutti verso il corner e c’è stata la festa. Sono stato contentissimo di aver vissuto questa esperienza, l’unico mondiale vinto dalla Spagna.

La canzone di Raffaella Carrà

È una canzone speciale per me. Me la cantarono dal primo momento. La mettono alla fine della partita della Lazio quando segno e vado sempre sotto la curva a cantarla e ballarla. La verità è che è sempre una emozione per me. E la cosa mi piace molto.

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