Roma, Dybala sulla trattativa con gli arabi: "Ho messo sul tavolo tante cose: mia moglie, la squadra e la nazionale..."
Ai microfoni di Sky Sport ha parlato al termine di Roma - Empoli l'attaccante giallorosso Dybala che ha spiegato le ragioni che lo hanno portato a rifiutare l'offerta degli arabi.
Ho cercato di vivere questa serata come tutte le altre, credo che uno debba essere professionale e concentrato a fare quello che ci chiede il mister. Oggi non siamo stati bravissimi a farlo, a fare quello che ci ha chiesto in settimana. Abbiamo sbagliato tanto, dovremo continuare a lavorare e lasciare il passato alle spalle: speriamo il mercato chiuda presto, così sapremo quelli che siamo e quelli con cui chiuderemo la stagione.
Come ritrovare l’organizzazione di gioco che non si è vista stasera?
Credo che tutti dobbiamo cercare di capire cosa abbiamo sbagliato, secondo me ci sono stati tantissimi individuali a livello tattico e individuale. Ci sono stati tantissimi errori anche banali, poi abbiamo cercato di ribaltare la partita, ma era ormai troppo tardi.
Ti senti più responsabilizzato dopo essere rimasto?
No, non sento che la mia scelta di rimanere mi metta pressione in più. Io cerco di dare il meglio di me in ogni allenamento e in ogni partita, per dare il meglio alla squadra, rispetto a quello che mi chiede l’allenatore. Se uno fa il massimo si riproduce nell’allegria della gente e uno cerca di fare le cose per bene per i tifosi.
Sei il miglior giocatore del campionato negli ultimi 16 metri. Perché tante volte lontano dalla porta?
A volte, per questioni mie, di volermi abbassare e aiutare la squadra in fase di costruzione. Io ovviamente mi sento meglio vicino la porta, nei passaggi stretti negli ultimi metri, però sì oggi ho giocato un po’ lontano dalla porta. Credo che sarà una cosa su cui lavorare per migliorarmi.
Ma, alla fine, perché hai detto no a 75 milioni di euro? “
Tutti guardano quello, io ho messo tante cose sul tavolo per scegliere. C’era la mia famiglia, mia moglie in particolare, la città, la squadra, il voler tornare in nazionale: ho 30 anni, mi sento bene, anche se vedo tante critiche per gli infortuni. Io cerco di lavorare al massimo e curarmi bene, per rendere al meglio. Ci sono tante cose, poi si parla solo dei soldi: quando uno vede quelle cifre, non posso negare che ci pensi. Però metti tante cose sul tavolo, alla fine mi hanno fatto prendere la scelta di rimanere.
Come hanno reagito gli arabi e il tuo procuratore?
Per il mio procuratore non cambiava niente, io ho sentito tanto in giro che avrebbe preso tanti soldi e non è vero. Però lui la cosa più importante è che io sia felice: è una persona a cui voglio tanto bene, con cui lavoro da tanto tempo. Non è vero quello che è uscito sui giornali. Gli arabi non lo so, non ho parlato con loro.
L'analisi del giorno dopo di Augusto Sciscione