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Torna a parlare Claudio Lotito e lo fa in occasione della presentazione del libro Due bambini e un sogno” è il libro che ripercorre quell'esperienza attraverso gli occhi degli autori, i giornalisti Marco Patucchi e Giulio Cardone e il figlio del tecnico biancoceleste dell'epoca, Massimo Maestrelli. 

Il ricordo dello Scudetto del 1974

Io voglio ricordare la figura del presidente Lenzini, che domenica nel mio discorso citerò. Sento il peso della responsabilità che lascerò ai miei successori e il peso della responsabilità che mi hanno lasciato i miei predecessori. Lenzini è stato un presidente che ha fatto tanti sacrifici che non devono essere vanificati. Sento questo peso.

Messaggio ai giocatori

Ai giocatori dico che hanno la possibilità di allenarsi in un posto eccezionale, dopodiché andate in campo e siete dei signorini? Dovreste mangiare l’erba dalla mattina alla sera! Questo se si hanno i valori dello sport. Quando stavamo vincendo lo Scudetto, io a inizio stagione avevo visto che la situazione non era delle migliori e parlando con l’allenatore gli ho detto che ogni vittoria gli avrei pagato uno stipendio. A settembre hanno preso gli stipendi di gennaio. Questa volta non ha funzionato neanche quello, quindi c’è qualcosa che dev’essere legato all’aspetto psicologico. Loro erano coinvolti emotivamente, avevamo l’atteggiamento giusto per vincere e non avevano solo la potenzialità. Le squadre che vincono sono quelle che scendono in campo con il coltello tra i denti, questo vuole la gente, che si scenda in campo e si dia tutto. Se si hanno spirito di sacrificio ed unità si vince, mettendo da parte le rivalità e, anzi, utilizzarle per creare un’alchimia. Oggi la Lazio, al di là della posizione in classifica che speriamo migliori, ha bisogno dell’affetto della gente.

Futuro della società

Purtroppo, tutti si lamentano ma oggi la Lazio non ha problemi e tranquillità sul futuro, ci sono squadre che hanno una situazione diversa. Oggi abbiamo un patrimonio immobiliare di 250 milioni e non è mai successo prima, ha una serie di attività, stiamo sistemando la comunicazione con studi televisivi e radiofonici all’avanguardia. Stiamo costruendo un futuro stabile, forte, poi sono le persone che scendono in campo non il presidente. Se scendessero in campo con la mia determinazione probabilmente riuscirebbero a fare ulteriori risultati. La passione va coniugata con impegno e senso di appartenenza. Noi dobbiamo essere orgogliosi di essere laziali e diversi, non in senso offensivo.

La Lazio ed i tifosi

La nostra storia è fatta di ente morale e di valori. Nella Prima Guerra Mondiale il mio predecessore donò il campo d’allenamento per fare gli orti di guerra. Abbiamo nel nostro DNA una storia diversa dagli altri, dobbiamo esserne orgogliosi. Anche perché i laziali quando vincono spariscono, quando ci sono le difficoltà sono sempre presenti. Questo spirito di solidarietà va usato con spirito costruttivo. Noi siamo un valore aggiunto. I tifosi della Roma dicono sempre che la loro squadra ‘si ama e non si discute’, qua invece si discute sempre. Cerchiamo, invece, di essere propositivi, perché senza i tifosi non si va da nessuna parte. Il tifoso serve per responsabilizzare chi va in campo che deve capire che ha 50.000 persone che lo possono portare alle stelle o alle stalle, deve capire che ha in mano la responsabilità le gioie e i dolori di tantissime persone.

Academy

Partiamo con i lavori dell’Academy, dove verrà costruita una scuola e ho preteso anche una Chiesa per tramandare i valori cristiani. Tutte le squadre saranno a Formello, dai bambini fino alla prima squadra.

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