EDITORIALE - Grazie di tutto Sven...!!!
EDITORIALE - La morte di Sven Goran Eriksson ci porta via un pezzo di storia della Lazio. Il tecnico svedese porta con se oltre ai 7 titoli vinti che lo rendono l'allenatore più vincente della storia biancoceleste anche la convinzione che la sua Lazio è stata la Lazio più forte di sempre. Una malattia infame che lo ha portato via a 76 anni gli ha permesso però di salutare tutte le tifoserie che a lui sono rimaste indissolubilmente legate. L'ultimo saluto lo ha voluto dare proprio allo Stadio Olimpico lo scorso 26 maggio altra data storica per i tifosi della prima squadra della Capitale. Quel giorno ha voluto salutare tutti i tifosi presenti facendo il giro della pista d'atletica e lo ha voluto fare a piedi. Segnale che non ha mai smesso di lottare e mai si è arreso ad un destino che ormai sembrava scritto. La stessa che cosa accadde in quel aprile-maggio del 2000 quando a meno 9 dalla Juventus in molti avevano già alzato bandiera bianca dando lo Scudetto ormai irrimediabilmente sulla via di Torino. Le sue ultimi struggenti parole arrivano da un documentario nel quale con lucido coraggio ha voluto lasciare l'ultimo grido di coraggio a tutti quei tifosi che lo hanno imparato ad amare per i trionfi avuti sul campo.
La vita riguarda anche la morte, devi imparare ad accettarla . Se tutto va bene, alla fine la gente dirà: 'Sì, era un brav'uomo', ma non tutti lo diranno. Ho avuto una bella vita non rimpiangetemi. Sorridete. Grazie di tutto, allenatori, giocatori e tifosi. È stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi e della vostra vita. E vivetela! Arrivederci.
Di lui ha sempre colpito il carisma e quella calma apparente che però sapeva diventare anche severità come quella volta in cui spedì in tribuna Boksic che si era lamentato per una maglia troppo aderente. E' rimasto nel cuore dei tifosi non solo per le vittorie, ma anche per quel modo straordinario di essere trascinatore senza mai andare oltre quella che era la squadra, i giocatori e soprattutto i tifosi. In questi momenti non ci sono parole he possano descrivere la profonda tristezza che pervade il cuore dei laziali che legano ad Eriksson l'epoca d'oro della storia biancoceleste. La sua Lazio ci ha fatti sentire grandi, ci ha portato sul tetto d'Europa battendo il Manchester United ed ha segnato in maniera indissolubile il nostro cuore e la nostra mente che in questo momento volgono al cielo con un solo pensiero che metaforicamente vorrebbero gridare.