Lazio, Rovella e la lazialità: ecco di chi è il merito
Hanno fatto di certo piacere ai tifosi biancocelesti le parole di Nicolò Rovella che dal ritiro della Nazionale nei giorni scorsi aveva giurato amore eterno alla Lazio.
Ho sempre voluto giocare. Poi quando abbiamo deciso insieme alla Juventus di mandarmi a Roma, perché anch'io preferivo andare alla Lazio, quello è stato un passo importante per la mia carriera. A Roma ho trovato tutto quello di cui avevo bisogno, adesso con Baroni che mi sta dando tanta fiducia, ma anche Sarri che mi ha voluto lì, e per me è stato fondamentatale. Senza Sarri non sarei mai andato alla Lazio. Sia Sarri che Baroni mi hanno insegnato tante cose. Sono molto felice di stare alla Lazio, anche l'ambiente stesso, non mi aspettavo una cosa del genere. Ho una sintonia e un trasporto con i tifosi molto bella, già adesso devo ringraziare Sarri perché mi ha voluto proprio per quel ruolo, quello che preferisco il mediano davanti alla difesa. Mi ha dato tanti consigli.
La Lazialità di un calciatore che è a Roma da poco più di un anno ha stupito molti, ma abbiamo capito di chi è il merito. A svelarlo è Luca Pellegrini che in un intervista al Tempo si è preso i meriti di questo amore incondizionato di Rovella verso la Prima Squadra della Capitale.
L’entusiasmo che ti porta una piazza del genere è tanto. Lui ci si è calato dentro subito. Un po’ di merito è anche mio: i primi giorni che è venuto a Roma stavamo sempre insieme, gli ho fatto anche da Cicerone. Abbiamo fatto un po’ di scuola di tifo: gli ho fatto vedere i video delle partite che sono entrate nella storia della Lazio. Ma lui non solo con me, anche con altre persone che ha conosciuto gli è cresciuta questa passione che a volte meraviglia anche me. È diventato un Ultras in campo.