CALCIOMERCATO LAZIO - Fabiani duro contro Sardo: "Ha scelto di andare a giocare in Germania per eludere il vincolo e poi sappiamo che andrà al Milan. Siamo pronti a fare degli espositi alla FIfa..."
CALCIOMERCATO LAZIO - Ai microfoni di Lazio Style Channel è intervenuto il Direttore Sportivo della Lazio Angelo Fabiani che ha parlato tra i tanti temi anche dell'addio del gioiello della Primavera Jacopo Sardo.
Ci troviamo di fronte a delle norme che non tutelano i settori giovanili a qualsiasi livello. Purtroppo cresci un calciatore in casa per quattro, cinque o sei anni poi all’improvviso il calciatore può autonomamente prendere un’altra strada senza potersi opporre.Oggi una legge dello Stato, con gli apprendistati che ancora oggi non si capisce come verranno regolamenti, c’è un vuoto. E ne traggono beneficio i giocatori mal consigliati. Un ragazzo come Sardo ha scelto di fare una cosa strana: andare a giocare in Germania per eludere il vincolo e poi sappiamo già dove andrà a finire. Mi auguro lo facciano nei tempi giusti, non dopo sei mesi, perché poi faremo un esposto perché sarebbe un raggiro delle norme per andare magari – dico a caso – dopo sei mesi al Milan. Lui ha rifiutato l’apprendistato e qualsiasi cosa, la sua intenzione era andare al Milan in Serie C. Non ho capito perché dovrei dare un calciatore al Milan per 400mila euro come se la Lazio fosse figlia di un dio minore. La Lazio è tra le prime in Italia e vuole le stesse opportunità delle altre squadre. Non ritengo la Lazio e il suo popolo figli di un dio minore, non lo posso accettare. Poi fuga di notte, possiamo farci poco perché le norme FIFA lo consentono. Ma saremo molto vigili, perché sono convinto sia una fuga ponte. Ci saranno altri casi, anche l’Atalanta si trova in queste condizioni e sta facendo ricorsi che penso saranno respinti perché riguardano norme non interne a un paese. Ma ci sono cose che dobbiamo fare non per una vittoria del caso ma per una tutela dell’immagine della società. Non è un problema economico: ho rifiutato 400mila euro perché ho reputato che la Lazio non sia figlia di un dio minore”.