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Ai microfoni di Verissimo e della conduttrice Silvia Toffanin è intervenuto il capitano della Lazio Ciro Immobile che si è raccontato. Il bomber ha svariato tra presente, passato fino a svelare anche gli obiettivi futuri.

Infortunio

“L'infortunio è alle spalle, mi dispiace aver saltato partite importanti con la Lazio e la Nazionale. Abbiamo questo obiettivo di qualificarci per Euro2024, ce la metteremo tutta. Vedermi con queste due maglie è sempre emozionante”. 

La Lazio

“E' e sarà sempre nel mio cuore, ne sono il capitano, abbiamo fatto tante belle cose. Ultimamente è uscita una mia intervista, ma quando parli e le cose vengono scritte sono diverse rispetto a quando ne parli in video, in cui si legge l'immagine, l'espressione e il vero messaggio che uno vuole mandare. Ho sbagliato io a dare troppa importanza ai pochi, invece di dare ascolto a tutta la gente che mi ama e che non ha mai pensato di tradirmi e io di tradire loro. Non direi mai in un''intervista che voglio andare via, non fa parte del mio stile”.

Futuro

"Arabia? Ho ancora da fare molto con la Lazio e la gente che mi ama".

Da bambino

"Veniamo da una famiglia umile, ma sia io che mio fratello siamo cresciuti bene e abbiamo seguito la strada giusta con il sacrificio e con il lavoro. Ho lasciato molti miei compagni di classe e calcio che hanno scelto la strada più facile. Mio padre ha vissuto in me il suo sogno. Viene da una famiglia numerosa e ha lavorato fin da piccolo per aiutare mio nonno e non ha potuto giocare a calcio, anche se mi hanno detto che aveva potenzialità. Quindi mi ha spinto in questo sogno".

L'uomo

“Mi fanno molti complimenti per l’uomo e questo mi fa piacere. Questo è la priorità, poi arrivano i sogni, questo è quello che cerco di insegnare ai miei figli”.

Caso scommesse

“Credo che tutto il calcio è stato colpito da questo scandalo. Siamo consapevoli che questi ragazzi hanno bisogno di un aiuto. La giustizia sta facendo il suo corso, non vanno messi alla gogna. Si può sbagliara, l’importante è imparare. Sono contento che inizi il campionato, così sentiamo cose più belle sul calcio. Noi ci sentiamo feriti, è normale, con questo sport cerchiamo di insegnare il rispetto delle regole e i valori dello sport, ma è normale che questo venga meno in queste situazioni”.

Colpo di fulmine

"Il nostro è stato un colpo di fulmine. Il primo incontro è stato a Pescara c'era tantissima gente ed eravamo in procinto di vincere la Serie B, tutti mi saltavano addosso e non ho potuto parlarci. Poi ci siamo incontrati di nuovo e mi sono confessato".

La famiglia

"Siamo una squadra e lavoriamo insieme per proteggerci e aiutarci l'uno con l'altro, senza di loro non avrei fatto quello che ho fatto. Diventare padre mi ha fatto crescere insieme ai miei figli: io insegnavo a loro e loro a me. La vita ci ha donato subito Michela, quando eravamo ragazzini. E' un dono, la vita ci ha premiati perché avevamo tanto amore da dare. Ci siamo resi conto di essere buoni genitori e abbiamo deciso di farne altri. Diventare nonni? Adesso ce li godiamo un altro po', poi in futuro li accompagneremo mano per mano in quello che li aspetterà".


 

 

 

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